Carnevale

Che cos’è il Carnevale?

 

 

Il Carnevale è il periodo di festeggiamenti che segue il Natale e precede la Quaresima, periodo di astinenza e digiuno.
Il culmine della celebrazione carnevalesca è il Martedì Grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri e, durante il quale, c’è l’usanza di bruciare il fantoccio del Carnevale in molte città (vds. Viareggio).
Ma qual è l’origine del nome “carnevale”? E perché durante questo allegro periodo di festa si è soliti mascherarsi?
L’etimologia della parola non è poi così scontata, ma è da sempre oggetto di numerose dispute:
- secondo alcuni la parola deriverebbe da “carnem levamen” o da “carnem laxare”, in riferimento alla consuetudine dei Cristiani di astenersi dal mangiare carne durante la Quaresima;
- secondo altri la parola avrebbe origine dai “Carnalia”, un tipo di giochi di campagna che si facevano saltando sugli otri;
- mentre altri ancora vedono in “carrus navalis” la possibile soluzione, da intendersi come “nave su ruote”, forse in riferimento a carri che veninvano portati in procesisone.
Infine, perché ci si maschera?
Gli Egiziani in onore del dio Nilo, i Greci in onore di Bacco, i Romani durante i Saturnalia usavano mascherarsi; con l’avvento del Cristianesimo questa consuetudine si perse e, con essa, anche il suo significato magico.
La maschera, tuttavia, tornò a essere utilizzata durante il Medioevo, quando il cambio d’identità, il trucco e il travestimento assunsero valore di evasione e di burla nei confronti di gerarchie precostituite, di figure di potere, ecc…
Il Carnevale trovò il suo culmine in fatto di sfarzo e di grandiosità proprio nella Firenze rinascimentale con Lorenzo de’ Medici e successivamente grazie alle maschere della Commedia dell’Arte, alcune tipologie di personaggi sono diventate immortali.

LE MASCHERE ITALIANE DEL CARNEVALE


PULCINELLA (guarda la foto)

Nato a Napoli, è di umore mutevole e pauroso. Ha un carattere poco affidabile e cerca di uscire dalla situazione in cui si è cacciato con ogni mezzo a disposizione. L’unico suo affanno è procurarsi il cibo, per il quale è disposto a raccontare bugie, rubare e farsi prendere a bastonate. Il suo ruolo spesso cambia: servo, capitano, vecchio, o falegname; qualsiasi sia il mestiere, il suo ideale di vita è il dolce far niente. Porta una camicia bianca con lunghe maniche che coprono le mani e un cinturone nero alla vita che mette in evidenza il pancione. I pantaloni sono molto ampi e morbidi. La sua maschera è nera con un grande naso aquilino.

PANTALONE (guarda la foto)

Pantalone è una delle più antiche maschere veneziane. Piange sempre miseria ed è alla costante ricerca dei ''bezzi'', come erano chiamati i soldi di quell’epoca. Pantalone è un mercante ricco, avaro e pedante. I suoi servi patiscono la fame, perché ha la strana abitudine di cacciarli proprio quando è il momento di mettersi a tavola. Sulla scena gironzola con le braccia dietro la schiena, infila ovunque il naso adunco senza smettere di chiacchierare. Indossa casacca, pantaloni e calze rosse (tipico colore del mercante veneziano). Il cappello è nero, soffice e senza tesa. Indossa una sopravveste nera, ampia con maniche molto larghe, delle ciabatte senza tacco, con punte rivolte verso l’alto, come si usa in Oriente. La sua maschera ha il naso a uncino e una barbetta.

BALANZONE (guarda la foto)

Balanzone rappresenta il simpatico dottore che usa un linguaggio apparentemente colto, ma in realtà insensato. Ha sempre la testa fra le nuvole, come stesse pensando a cose importantissime. E’ molto sensibile al fascino femminile, ma non è mai ricambiato. E’ burbero ma bonario, grande apprezzatore della succulenta cucina della sua città natale, Bologna. Indossa un abito nero, con polsini e gorgiera bianchi. Sulle spalle porta un’ampia toga. In testa porta un grande cappello nero con tesa larga rigirata. Tiene sotto braccio libri e manoscritti. La maschera che porta è nera e copre soltanto la fronte e il naso, quasi a sottolineare la sua grande intelligenza e cultura. Porta gli occhiali.

BRIGHELLA (guarda la foto)

Nasce nei quartieri ricchi di Bergamo. Il suo nome deriva dal verbo brigare, che definisce un comportamento dispettoso. Sulla scena è spesso in contrasto con Arlecchino ma si rivela però più furbo, pronto a beffare il padrone, solitamente impersonato da Pantalone. E’ molto abile nel suonare, ballare, cantare e indossa una casacca su ampi pantaloni decorati con nastri verdi. Ha una maschera a mezzo volto che può essere di colore verde oliva, bordeaux o nera. I fori per gli occhi sono ampi, per permettere di cogliere il suo sguardomalizioso.

ARLECCHINO (guarda la foto)

Nasce in uno dei quartieri più poveri di Bergamo ed è tra le maschere più conosciute. Rappresenta un servo in cerca di una vita migliore. E' ingenuo e credulone e per non mettersi nei guai non esita a ingannare, tradire, raccontare bugie e fare dispetti. Poi si dispera e si consola con grande rapidità. Si trova sempre in mezzo ai guai mentre è alla ricerca disperata di cibo. I suoi movimenti rapidi, il modo di parlare cantando e il tono stridulo della voce divertono chi lo segue. Indossa pantaloni aderenti e giacca sfiancata con toppe multicolori. Porta, attaccati alla cintura, il "batocio" e la "scarsella". Il "batocio" è un bastone a forma di spatola che veniva utilizzato dai bergamaschi per girare la polenta nel paiolo e per condurre le vacche al pascolo e che usa nelle zuffe. La "scarsella" è una piccola borsa dentro la quale tiene il pane, i soldi e la lettera del padrone da recapitare. In testa porta un cappello di feltro con un codino di coniglio in ricordo di un passato di cacciatore. In viso calza una maschera nera che non toglie mai.

COLOMBINA (guarda la foto)

E’ la più conosciuta tra le ''servette''. Nata a Siena, sulla scena è spesso moglie o fidanzata di Arlecchino, ma anche se viene corteggiata dal padroncino o dai suoi amici, rimane fedele allo sposo o al fidanzato. Favorisce gli intrighi amorosi della sua padrona, raggirando il padre burbero e severo. Consegna bigliettini segreti e organizza incontri lontani da occhi indiscreti. Talvolta è bugiarda ma sempre a fin di bene. E’ civetta, intelligente, furba e chiacchierona. Veste un corpetto e un’ampia gonna a balze e ha un grembiulino provvisto di tasche in cui infilare i biglietti d‘amore. Sul capo porta una ''crestina'', il fazzolettino tipico delle cameriere, fermato da un nastro.

 

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