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Diario di P.Remo Villa - Gennaio 2012 - Continua
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Rileggendo il “diario” mi sto accorgendo come per tutto il mese di gennaio sia ancora preso dal conoscere l’ambiente nuovo nel quale mi trovo attualmente: in effetti è talmente diverso dalla zona di Njombe dove in pratica ho passato i miei 30 anni qui in Tanzania, da richiedere molta attenzione e “curiosità”. 12 gennaio 2012, giovedì Prima visita a Manyoni, il capoluogo della provincia, a 47 km da Heka, più di un’ora di strada sterrata. Strada non brutta, macchina molto rumorosa: una Toyota Land Cruiser che è tutto un lamento di lamiere e scricchiolii vari. Manca pure un finestrino (chissà da quando!) per cui se piove è meglio avere un ombrello a portata di mano. Inoltre non conviene certo lasciare la macchina incustodita, altrimenti…. Ed infatti è quello che abbiamo fatto. Il programma era di parcheggiare la macchina e poi fare tutte le “vasche” di Manyoni in lungo e in largo a piedi, per conoscere e familiarizzarmi con l’ambiente, ma non è stato possibile. Solo qualche giro in macchina, almeno per le vie principali. Manyoni penso sia capoluogo di provincia da pochi anni, osservando varie costruzioni governative non ancora ultimate ed anche il suo assetto che assomiglia più ad un grosso paese che non ad una cittadina: case vecchie, poche costruzioni nuove, niente spazi verdi, polvere dappertutto, niente asfalto … Ed anche qui il caldo si fa sentire, ma almeno l’ENEL tanzaniano (TANESCO) è presente e sembra funzioni. La strada verso Heka è molto pianeggiante, passa attraverso lunghi tratti di savana alternati a campi coltivati a granoturco ed a girasole. Anche oggi come nei giorni addietro, si notano molte quadrighe (cioè 4 buoi zebù: si dice così?) impegnate nei campi ad arare: buon segno. Vuol dire che se il buon Dio aiuta con la pioggia, ci saranno buoni raccolti ed a sufficienza. 13 gennaio 2012, venerdì Durante la notte, una pioggia abbondante si fa sentire: senz’altro molto utile per i campi di granoturco, di arachidi, di fagioli e di girasole. Utile anche come riserva qui in missione, dove viene incanalata ed immagazzinata in alcune cisterne: verrà utilizzata durante il periodo secco. Fin verso le 9 del mattino, per via del tempo ancora nuvoloso, in maniche corte si sente quasi freddo: sensazione che però sparisce presto quando il sole sbuca tra le nubi. Dopo cena vado a trovare le tre suore che hanno il loro convento accanto alla missione. Sono Benedettine, con la Casa madre a Songea, nel sud del Tanzania. Sono state fondate negli anni trenta del secolo scorso, da uno dei primi Abati dell’Abbazia dei missionari benedettini tedeschi di Peramiho, che allora era anche Diocesi. I benedettini furono tra i primi ordini di missionari arrivati in Tanzania nella seconda metà dell’800. Attualmente queste religiose sono circa 500 e sono impegnate in varie diocesi del Paese in servizi di pastorale, di evangelizzazione e di promozione umana. Qui ad Heka sono arrivate circa 10 anni fa. Una religiosa è impegnata nell’asilo parrocchiale – lo scorso anno aveva 150 bambini – che da una settimana ha iniziato il nuovo anno scolastico: i bambini sono ancora pochi ma con febbraio senz’altro aumenteranno, mi viene detto. Un’altra religiosa, diplomata ostetrica, è impegnata a tempo pieno nel dispensario della missione, frequentato, anche se non molto, anche da ammalati di altri paesi. La terza suora, anziana, si prende cura della casa e del piccolo appezzamento che attornia il convento. 15 gennaio 2012, domenica Alle otto del mattino il termometro segna già 26°. Oggi, domenica, ci sono 4 messe in programma: tre in tre paesi diversi che fanno parte della parrocchia ed una qui al centro. Siamo in due: P. Steven, il vice, un kenyota prete missionario qui ad Heka da due anni, ed il sottoscritto. L’attuale parroco è partito per Iringa già venerdì scorso e non arriverà se non a metà settimana. Prima celebro la messa a Sasilo, che si trova a 18 km dal centro: strada bellina fino a quando si arriva al pezzo che stanno mettendo a posto, dove se solo piove un poco, diventa quasi inpraticabile. Sasilo sembra zona più lussureggiante ma anche qui l’acqua è scarsa, mi dicono, e non ti devi lasciare ingannare ad esempio quando passi su un ponte di una quindicina di metri sotto cui scorre tanta acqua limacciosa, veramente tanta, ma che, mi dice l’autista, si prosciuga completamente tutta durante il periodo secco! La chiesa, l’asilo ed in mezzo una fontana alimentata da un pozzo con ruota eolica, che si vede in lontananza. Ci sono parecchie taniche in fila in attesa dell’acqua che è della missione. Durante la stagione secca, i fruitori sono molti di più. Ogni tanica di 20 litri d’acqua costa 3 centesimi di euro: il ricavato va per la manutenzione dell’impianto. Il secondo paese dove vado a celebrare si chiama Chisinjisa a sette km da Sasilo, sulla stessa strada: comunità molto più piccola, meno vivace e sembra anche più povera. La chiesa in decadenza, panche che stanno assieme in qualche modo e nessun canto. In realtà come queste, valgono poco le prediche “teologiche”: bisogna senz’altro calare il Vangelo ad una realtà molto semplice e comprensibile. Finita la messa, salgono sul Toyota pickup alcuni studenti delle secondarie che domani tornano a scuola: alcuni studiano nella scuola superiore di Heka che conta circa 300 studenti, mentre altri andranno in altre scuole della zone. Il passaggio dato loro è una manna: non so se ci sono mezzi che fanno servizio tra Chisinjisa ed Heka. I 26° di questa mattina, quando torno in missione alle 13 circa sono diventati 31°, e per fortuna che c’è poco sole! 17 gennaio 2012, martedì A metà mattina mi cerca Devota, la cuoca, per dirmi che avrebbe un po’ di tempo a disposizione per iniziare a zappare il nuovo orto. Meraviglia!! Anche lei ci tiene ad avere verdura fresca in cucina. Nel pomeriggio, alle 16, la temperatura sfiora i 31°. Faccio due passi nel paese alla ricerca di un ombrello ed altre cosette. Passo vicino ad una casetta con alcune piante di Moringa oleifera i cui semi, contenuti in enormi bacelli possono dare un buon olio da cucina, e le cui ultime foglioline teneri sono una qualità molto buona di verdura cotta. Inoltre è una pianta con molte proprietà terapeutiche. E qui in paese ne ho viste qualche centinaio, ma sembra non siano sfruttate ed utilizzate per nulla. Infatti anche il padrone di questa casa spiega che ha sentito parlare delle sue proprietà e dei suoi possibili usi, però in concreto non ha mai fatto nulla. Gli suggerisco di raccogliere i bacelli maturi e di metterli da parte. In un prossimo futuro ho infatti intenzione di ricavarne olio. Torno appena in tempo con un ombrello cinese nuovo, ed ecco che un temporalone con lampi e tuoni si scatena per più di mezzora, regalandoci acqua a volontà. 18 gennaio 2012, mercoledì Ore 6 del mattino: grande pioggia che mi sveglia e che dura circa mezz’ora. Ore 12.20, il termometro segna solo 26° ed è ancora nuvoloso. Se continua così, al luce del pannello solare oggi durerà fino a che ora? Dopo cena telefono a Mario Galvagni, cognato del sottoscritto e presidente di KUSAIDIA onlus che è già arrivato a Iringa e che, mi dice, facilmente per il fine settimana può essere ad Heka. Karibu sana. 19 gennaio 2012, giovedì Alle 15 ci dovrebbe essere, nel nostro salone, un incontro di alcuni membri delle denominazioni cristiane presenti qui ad Heka. Da quello che spiegano i miei confratelli è il primo incontro di questo tipo. L’idea è buona e può essere costruttiva se c’è buona volontà da parte di tutti e non secondi fini. Poteva essere una una buona occasione, ma è andata persa: si è fatto vivo solo un rappresentante. Ci sarà un’altra volta? Verso le 17: prima operazione di semina di pomodori, melanzane e lattuga. Appena in tempo a finire e via velocemente: la pioggia arriva anche questa sera a farci buona compagnia. 21 gennaio 2012, sabato Al mattino visito il dispensario della missione, costruito con gli aiuti di una famiglia italiana, e dedicato alla memoria di una signora prematuramente scomparsa. Da quanto mi dice la suora incaricata, Sr. Salvetta, diplomata in ostetricia, l’ospedalino è in continuo deficit, però viene aiutato dal gruppo che ha contribuito alla sua costruzione. Il personale è composto da otto infermiere o paramedici e da due guardiani notturni. I parti sono circa 150 all’anno. Ogni mese vengono visitati circa 1.000 bambini e circa 50 nuove mamme in gravidanza, secondo il programma governativo. Tre volte al mese, la suora con alcune infermiere si reca in altrettanti paesi della zona dove viene fatta la “clinic” – visite di controllo – alle mamme in dolce attesa, ai bambini fino ai 5 anni. Per la luce, nel dispensario vi è anche un sistema di pannelli solari, che però funziona molto male, mi dice la suora. Per quanto riguarda l’acqua: anche qui problemi perché non sempre arriva dal pozzo della missione, ed allora viene utilizzata quella piovana depositata in due grandi cisterne. In serata da Iringa arriva Mario Galvagni con Vito, da Iringa dove sono stati alcuni giorni per mettere a punto alcuni programmi in relazione alla costruzione dell’università. Assieme agli ospiti arriva anche la nuova pompa ad immersione – finalmente! E così lunedì potremo metterla in funzione. 22 gennaio 2012, domenica Ore 9.00, messa a Chikombo, sulla strada principale, a circa 7 km da Heka. Pochi bambini e pochi adulti: in tutto non attivano a 25. La chiesa viene usata anche da asilo, da come vedo dalla disposizione dei banchi: metà sono panche e guardano l’altare, metà sono banchi dqa scuola rivolti verso la porta, e sul muro una lavagna. 23 gennaio 2012, lunedì Al mattino gli operai mettono in funzione – finalmente! – la nuova pompa per l’acqua. Verso le 10 con assieme a Mario ci avviamo verso Dodoma, la capitale politica del Paese, a 170 km da qui, per una visita veloce alla città in modo da rendermela familiare. Per l’ora di cena siamo di ritorno ad Heka. E’ una città non tanto pulita, polverosa, calda, senza un piano preciso, confusionaria. Almeno così mi è apparsa. 24 gennaio 2012, martedì Si intravvedono le prime piantine dei pomodori, melanzane, cicoria rossa di Treviso e arachidi, il tutto seminato il 19 ed il 20! 27 gennaio 2012, venerdì Nei tre ultimi giorni Mario, aiutato da Vito, era impegnato nel far la planimetria della missione, su cui programmare eventuali azioni future. Anche se il lavoro non è ancora finito, oggi si fa un break e con Mario arriviamo fino a Singida, la nostra diocesi e capoluogo di regione, 160 km circa a nord ovest di Heka. Strada asfaltata, poco frequentata, tagliata in mezzo alla steppa e quindi anche senza tante curve. Tutto è piatto, pochi i villaggi, orizzonti immensi. Non lontano dalla città il panorama cambia: enormi massi erratici di granito si alzano dal terreno fino a formare delle collinette con i massi nelle pose più svariate. Peccato che non sia utilizzata e pubblicizzata per il turismo: senz’altro attirerebbe molte persone. La città non sembra tanto estesa, ma senz’altro più ordinata di Dodoma, con possibilità di ulteriore sviluppo ora che da poco hanno asfaltato la strada che porta ad Arusha e quindi ai parchi nazionali ed anche quella che porta a Mwanza, sul lago Vittoria. Rimango positivamente impressionato nel vedere molte insegne di alberghi. Si trova sulle rive di un laghetto, per niente male. Al ritorno ci fermiamo a Mkiwa, da Sr. Rita, delle Orsoline Polacche, in Tanzania da una ventina d’anni: noviziato e casa formazione, dispensario, ostello in costruzione per ragazze delle superiori, scuola di cucito… Dal nulla, come ci spiega la suora, e derise dalla gente del posto, ora è diventata un’isola verde, con piante, verdura, frutti, venticello fresco in continuazione. Sr. Rita si rende disponibile a darmi una mano, preparandomi piantine di piante da frutto. Grazie! 28 gennaio 2012, sabato Alle ore 9.00: incontro mensile di tutte le maestre d’asilo della parrocchia. All’incontro in parrocchia partecipano più di 20 maestre. Sono signorine, ragazze e signore alcune anziane, che vengono scelte dal comune dove vivono per stare dietro all’asilo del posto. Realtà importante da non cancellare di certo, ma da incrementare e far funzionare al meglio, con preparazione adeguate delle maestre, se vogliamo che i bambini arrivino ad avere un’educazione scolastica come si deve già dai primi anni. 29 gennaio 2012, domenica Alle 10 del mattino vi è la messa di commiato al parroco P. Diaz ed un breve saluto di benvenuto al nuovo parroco, il sottoscritto. Vengono da tutti i paesi della parrocchia, ma la chiesa non si riempie. Alla fine della messa, ancora in chiesa, viene offerta anche a me la possibilità di salutare i cristiani: man mano che vivremo assieme avremo la possibilità di conoscerci, di vivere tante realtà e di fare tante cose insieme, sia riguardo alla nostra maturazione umana e cristiana, sia pure riguardo alla nostra promozione umana. Dopo messa la festa per p. Diaz continua all’esterno della chiesa, al caldo delle 13, con canti e danze, specialmente da parte dei bambini e ragazzotti venuti dai vari paesi, molti dei quali mi sembra siano gli “asiloti” o giù di lì. erso le 14.30, a festa non ancora finita, parto con Mario e Vito alla volta di Dar, da dove martedì prossimo prenderanno il volo per l’Italia. Ci fermiamo a dormire a Dodoma. |
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Rileggendo il “diario” mi sto accorgendo come per tutto il mese di gennaio sia ancora preso dal conoscere l’ambiente nuovo nel quale mi trovo attualmente: in effetti è talmente diverso dalla zona di Njombe dove in pratica ho passato i miei 30 anni qui in Tanzania, da richiedere molta attenzione e “curiosità”.
12 gennaio 2012, giovedì
Prima visita a Manyoni, il capoluogo della provincia, a 47 km da Heka, più di un’ora di strada sterrata. Strada non brutta, macchina molto rumorosa: una Toyota Land Cruiser che è tutto un lamento di lamiere e scricchiolii vari. Manca pure un finestrino (chissà da quando!) per cui se piove è meglio avere un ombrello a portata di mano. Inoltre non conviene certo lasciare la macchina incustodita, altrimenti…. Ed infatti è quello che abbiamo fatto. Il programma era di parcheggiare la macchina e poi fare tutte le “vasche” di Manyoni in lungo e in largo a piedi, per conoscere e familiarizzarmi con l’ambiente, ma non è stato possibile. Solo qualche giro in macchina, almeno per le vie principali.
Manyoni penso sia capoluogo di provincia da pochi anni, osservando varie costruzioni governative non ancora ultimate ed anche il suo assetto che assomiglia più ad un grosso paese che non ad una cittadina: case vecchie, poche costruzioni nuove, niente spazi verdi, polvere dappertutto, niente asfalto … Ed anche qui il caldo si fa sentire, ma almeno l’ENEL tanzaniano (TANESCO) è presente e sembra funzioni.
La strada verso Heka è molto pianeggiante, passa attraverso lunghi tratti di savana alternati a campi coltivati a granoturco ed a girasole. Anche oggi come nei giorni addietro, si notano molte quadrighe (cioè 4 buoi zebù: si dice così?) impegnate nei campi ad arare: buon segno. Vuol dire che se il buon Dio aiuta con la pioggia, ci saranno buoni raccolti ed a sufficienza.
13 gennaio 2012, venerdì
Durante la notte, una pioggia abbondante si fa sentire: senz’altro molto utile per i campi di granoturco, di arachidi, di fagioli e di girasole. Utile anche come riserva qui in missione, dove viene incanalata ed immagazzinata in alcune cisterne: verrà utilizzata durante il periodo secco.
Fin verso le 9 del mattino, per via del tempo ancora nuvoloso, in maniche corte si sente quasi freddo: sensazione che però sparisce presto quando il sole sbuca tra le nubi.
Dopo cena vado a trovare le tre suore che hanno il loro convento accanto alla missione. Sono Benedettine, con la Casa madre a Songea, nel sud del Tanzania. Sono state fondate negli anni trenta del secolo scorso, da uno dei primi Abati dell’Abbazia dei missionari benedettini tedeschi di Peramiho, che allora era anche Diocesi. I benedettini furono tra i primi ordini di missionari arrivati in Tanzania nella seconda metà dell’800.
Attualmente queste religiose sono circa 500 e sono impegnate in varie diocesi del Paese in servizi di pastorale, di evangelizzazione e di promozione umana. Qui ad Heka sono arrivate circa 10 anni fa. Una religiosa è impegnata nell’asilo parrocchiale – lo scorso anno aveva 150 bambini – che da una settimana ha iniziato il nuovo anno scolastico: i bambini sono ancora pochi ma con febbraio senz’altro aumenteranno, mi viene detto. Un’altra religiosa, diplomata ostetrica, è impegnata a tempo pieno nel dispensario della missione, frequentato, anche se non molto, anche da ammalati di altri paesi. La terza suora, anziana, si prende cura della casa e del piccolo appezzamento che attornia il convento.
15 gennaio 2012, domenica
Alle otto del mattino il termometro segna già 26°.
Oggi, domenica, ci sono 4 messe in programma: tre in tre paesi diversi che fanno parte della parrocchia ed una qui al centro. Siamo in due: P. Steven, il vice, un kenyota prete missionario qui ad Heka da due anni, ed il sottoscritto. L’attuale parroco è partito per Iringa già venerdì scorso e non arriverà se non a metà settimana.
Prima celebro la messa a Sasilo, che si trova a 18 km dal centro: strada bellina fino a quando si arriva al pezzo che stanno mettendo a posto, dove se solo piove un poco, diventa quasi inpraticabile. Sasilo sembra zona più lussureggiante ma anche qui l’acqua è scarsa, mi dicono, e non ti devi lasciare ingannare ad esempio quando passi su un ponte di una quindicina di metri sotto cui scorre tanta acqua limacciosa, veramente tanta, ma che, mi dice l’autista, si prosciuga completamente tutta durante il periodo secco! La chiesa, l’asilo ed in mezzo una fontana alimentata da un pozzo con ruota eolica, che si vede in lontananza. Ci sono parecchie taniche in fila in attesa dell’acqua che è della missione. Durante la stagione secca, i fruitori sono molti di più. Ogni tanica di 20 litri d’acqua costa 3 centesimi di euro: il ricavato va per la manutenzione dell’impianto.
Il secondo paese dove vado a celebrare si chiama Chisinjisa a sette km da Sasilo, sulla stessa strada: comunità molto più piccola, meno vivace e sembra anche più povera. La chiesa in decadenza, panche che stanno assieme in qualche modo e nessun canto. In realtà come queste, valgono poco le prediche “teologiche”: bisogna senz’altro calare il vangelo ad una realtà molto semplice e comprensibile.
Finita la messa, salgono sul Toyota pickup alcuni studenti delle secondarie che domani tornano a scuola: alcuni studiano nella scuola superiore di Heka che conta circa 300 studenti, mentre altri andranno in altre scuole della zone. Il passaggio dato loro è una manna: non so se ci sono mezzi che fanno servizio tra Chisinjisa ed Heka.
I 26° di questa mattina, quando torno in missione alle 13 circa sono diventati 31°, e per fortuna che c’è poco sole!
17 gennaio 2012, martedì
A metà mattina mi cerca Devota, la cuoca, per dirmi che avrebbe un po’ di tempo a disposizione per iniziare a zappare il nuovo orto. Meraviglia!! Anche lei ci tiene ad avere verdura fresca in cucina.
Nel pomeriggio, alle 16, la temperatura sfiora i 31°. Faccio due passi nel paese alla ricerca di un ombrello ed altre cosette.
Passo vicino ad una casetta con alcune piante di Moringa oleifera i cui semi, contenuti in enormi bacelli possono dare un buon olio da cucina, e le cui ultime foglioline teneri sono una qualità molto buona di verdura cotta. Inoltre è una pianta con molte proprietà terapeutiche. E qui in paese ne ho viste qualche centinaio, ma sembra non siano sfruttate ed utilizzate per nulla. Infatti anche il padrone di questa casa spiega che ha sentito parlare delle sue proprietà e dei suoi possibili usi, però in concreto non ha mai fatto nulla. Gli suggerisco di raccogliere i bacelli maturi e di metterli da parte. In un prossimo futuro ho infatti intenzione di ricavarne olio.
Torno appena in tempo con un ombrello cinese nuovo, ed ecco che un temporalone con lampi e tuoni si scatena per più di mezzora, regalandoci acqua a volontà.
18 gennaio 2012, mercoledì
Ore 6 del mattino: grande pioggia che mi sveglia e che dura circa mezz’ora.
Ore 12.20, il termometro segna solo 26° ed è ancora nuvoloso. Se continua così, al luce del pannello solare oggi durerà fino a che ora?
Dopo cena telefono a Mario Galvagni, cognato del sottoscritto e presidente di KUSAIDIA onlus che è già arrivato a Iringa e che, mi dice, facilmente per il fine settimana può essere ad Heka. Karibu sana.
19 gennaio 2012, giovedì
Alle 15 ci dovrebbe essere, nel nostro salone, un incontro di alcuni membri delle denominazioni cristiane presenti qui ad Heka. Da quello che spiegano i miei confratelli è il primo incontro di questo tipo. L’idea è buona e può essere costruttiva se c’è buona volontà da parte di tutti e non secondi fini. Poteva essere una una buona occasione, ma è andata persa: si è fatto vivo solo un rappresentante. Ci sarà un’altra volta?
Verso le 17: prima operazione di semina di pomodori, melanzane e lattuga. Appena in tempo a finire e via velocemente: la pioggia arriva anche questa sera a farci buona compagnia.
21 gennaio 2012, sabato
Al mattino visito il dispensario della missione, costruito con gli aiuti di una famiglia italiana, e dedicato alla memoria di una signora prematuramente scomparsa.
Da quanto mi dice la suora incaricata, Sr. Salvetta, diplomata in ostetricia, l’ospedalino è in continuo deficit, però viene aiutato dal gruppo che ha contribuito alla sua costruzione.
Il personale è composto da otto infermiere o paramedici e da due guardiani notturni.
I parti sono circa 150 all’anno.
Ogni mese vengono visitati circa 1.000 bambini e circa 50 nuove mamme in gravidanza, secondo il programma governativo.
Tre volte al mese, la suora con alcune infermiere si reca in altrettanti paesi della zona dove viene fatta la “clinic” – visite di controllo – alle mamme in dolce attesa, ai bambini fino ai 5 anni.
Per la luce, nel dispensario vi è anche un sistema di pannelli solari, che però funziona molto male, mi dice la suora.
Per quanto riguarda l’acqua: anche qui problemi perché non sempre arriva dal pozzo della missione, ed allora viene utilizzata quella piovana depositata in due grandi cisterne.
In serata da Iringa arriva Mario Galvagni con Vito, da Iringa dove sono stati alcuni giorni per mettere a punto alcuni programmi in relazione alla costruzione dell’università.
Assieme agli ospiti arriva anche la nuova pompa ad immersione – finalmente! E così lunedì potremo metterla in funzione.
22 gennaio 2012, domenica
Ore 9.00, messa a Chikombo, sulla strada principale, a circa 7 km da Heka. Pochi bambini e pochi adulti: in tutto non attivano a 25.
La chiesa viene usata anche da asilo, da come vedo dalla disposizione dei banchi: metà sono panche e guardano l’altare, metà sono banchi dqa scuola rivolti verso la porta, e sul muro una lavagna.
23 gennaio 2012, lunedì
Al mattino gli operai mettono in funzione – finalmente! – la nuova pompa per l’acqua.
Verso le 10 con assieme a Mario ci avviamo verso Dodoma, la capitale politica del Paese, a 170 km da qui, per una visita veloce alla città in modo da rendermela familiare. Per l’ora di cena siamo di ritorno ad Heka. E’ una città non tanto pulita, polverosa, calda, senza un piano preciso, confusionaria. Almeno così mi è apparsa.
24 gennaio 2012, martedì
Si intravvedono le prime piantine dei pomodori, melanzane, cicoria rossa di Treviso e arachidi, il tutto seminato il 19 ed il 20!
27 gennaio 2012, venerdì
Nei tre ultimi giorni Mario, aiutato da Vito, era impegnato nel far la planimetria della missione, su cui programmare eventuali azioni future.
Anche se il lavoro non è ancora finito, oggi si fa un break e con Mario arriviamo fino a Singida, la nostra diocesi e capoluogo di regione, 160 km circa a nord ovest di Heka. Strada asfaltata, poco frequentata, tagliata in mezzo alla steppa e quindi anche senza tante curve. Tutto è piatto, pochi i villaggi, orizzonti immensi.
Non lontano dalla città il panorama cambia: enormi massi erratici di granito si alzano dal terreno fino a formare delle collinette con i massi nelle pose più svariate. Peccato che non sia utilizzata e pubblicizzata per il turismo: senz’altro attirerebbe molte persone.
La città non sembra tanto estesa, ma senz’altro più ordinata di Dodoma, con possibilità di ulteriore sviluppo ora che da poco hanno asfaltato la strada che porta ad Arusha e quindi ai parchi nazionali ed anche quella che porta a Mwanza, sul lago Vittoria. Rimango positivamente impressionato nel vedere molte insegne di alberghi. Si trova sulle rive di un laghetto, per niente male.
Al ritorno ci fermiamo a Mkiwa, da Sr. Rita, delle Orsoline Polacche, in Tanzania da una ventina d’anni: noviziato e casa formazione, dispensario, ostello in costruzione per ragazze delle superiori, scuola di cucito… Dal nulla, come ci spiega la suora, e derise dalla gente del posto, ora è diventata un’isola verde, con piante, verdura, frutti, venticello fresco in continuazione. Sr. Rita si rende disponibile a darmi una mano, preparandomi piantine di piante da frutto. Grazie!
28 gennaio 2012, sabato
Alle ore 9.00: incontro mensile di tutte le maestre d’asilo della parrocchia. All’incontro in parrocchia partecipano più di 20 maestre. Sono signorine, ragazze e signore alcune anziane, che vengono scelte dal comune dove vivono per stare dietro all’asilo del posto. Realtà importante da non cancellare di certo, ma da incrementare e far funzionare al meglio, con preparazione adeguate delle maestre, se vogliamo che i bambini arrivino ad avere un’educazione scolastica come si deve già dai primi anni.
29 gennaio 2012, domenica
Alle 10 del mattino vi è la messa di commiato al parroco P. Diaz ed un breve saluto di benvenuto al
Rileggendo il “diario” mi sto accorgendo come per tutto il mese di gennaio sia ancora preso dal conoscere l’ambiente nuovo nel quale mi trovo attualmente: in effetti è talmente diverso dalla zona di Njombe dove in pratica ho passato i miei 30 anni qui in Tanzania, da richiedere molta attenzione e “curiosità”.
12 gennaio 2012, giovedì
Prima visita a Manyoni, il capoluogo della provincia, a 47 km da Heka, più di un’ora di strada sterrata. Strada non brutta, macchina molto rumorosa: una Toyota Land Cruiser che è tutto un lamento di lamiere e scricchiolii vari. Manca pure un finestrino (chissà da quando!) per cui se piove è meglio avere un ombrello a portata di mano. Inoltre non conviene certo lasciare la macchina incustodita, altrimenti…. Ed infatti è quello che abbiamo fatto. Il programma era di parcheggiare la macchina e poi fare tutte le “vasche” di Manyoni in lungo e in largo a piedi, per conoscere e familiarizzarmi con l’ambiente, ma non è stato possibile. Solo qualche giro in macchina, almeno per le vie principali.
Manyoni penso sia capoluogo di provincia da pochi anni, osservando varie costruzioni governative non ancora ultimate ed anche il suo assetto che assomiglia più ad un grosso paese che non ad una cittadina: case vecchie, poche costruzioni nuove, niente spazi verdi, polvere dappertutto, niente asfalto … Ed anche qui il caldo si fa sentire, ma almeno l’ENEL tanzaniano (TANESCO) è presente e sembra funzioni.
La strada verso Heka è molto pianeggiante, passa attraverso lunghi tratti di savana alternati a campi coltivati a granoturco ed a girasole. Anche oggi come nei giorni addietro, si notano molte quadrighe (cioè 4 buoi zebù: si dice così?) impegnate nei campi ad arare: buon segno. Vuol dire che se il buon Dio aiuta con la pioggia, ci saranno buoni raccolti ed a sufficienza.
13 gennaio 2012, venerdì
Durante la notte, una pioggia abbondante si fa sentire: senz’altro molto utile per i campi di granoturco, di arachidi, di fagioli e di girasole. Utile anche come riserva qui in missione, dove viene incanalata ed immagazzinata in alcune cisterne: verrà utilizzata durante il periodo secco.
Fin verso le 9 del mattino, per via del tempo ancora nuvoloso, in maniche corte si sente quasi freddo: sensazione che però sparisce presto quando il sole sbuca tra le nubi.
Dopo cena vado a trovare le tre suore che hanno il loro convento accanto alla missione. Sono Benedettine, con la Casa madre a Songea, nel sud del Tanzania. Sono state fondate negli anni trenta del secolo scorso, da uno dei primi Abati dell’Abbazia dei missionari benedettini tedeschi di Peramiho, che allora era anche Diocesi. I benedettini furono tra i primi ordini di missionari arrivati in Tanzania nella seconda metà dell’800.
Attualmente queste religiose sono circa 500 e sono impegnate in varie diocesi del Paese in servizi di pastorale, di evangelizzazione e di promozione umana. Qui ad Heka sono arrivate circa 10 anni fa. Una religiosa è impegnata nell’asilo parrocchiale – lo scorso anno aveva 150 bambini – che da una settimana ha iniziato il nuovo anno scolastico: i bambini sono ancora pochi ma con febbraio senz’altro aumenteranno, mi viene detto. Un’altra religiosa, diplomata ostetrica, è impegnata a tempo pieno nel dispensario della missione, frequentato, anche se non molto, anche da ammalati di altri paesi. La terza suora, anziana, si prende cura della casa e del piccolo appezzamento che attornia il convento.
15 gennaio 2012, domenica
Alle otto del mattino il termometro segna già 26°.
Oggi, domenica, ci sono 4 messe in programma: tre in tre paesi diversi che fanno parte della parrocchia ed una qui al centro. Siamo in due: P. Steven, il vice, un kenyota prete missionario qui ad Heka da due anni, ed il sottoscritto. L’attuale parroco è partito per Iringa già venerdì scorso e non arriverà se non a metà settimana.
Prima celebro la messa a Sasilo, che si trova a 18 km dal centro: strada bellina fino a quando si arriva al pezzo che stanno mettendo a posto, dove se solo piove un poco, diventa quasi inpraticabile. Sasilo sembra zona più lussureggiante ma anche qui l’acqua è scarsa, mi dicono, e non ti devi lasciare ingannare ad esempio quando passi su un ponte di una quindicina di metri sotto cui scorre tanta acqua limacciosa, veramente tanta, ma che, mi dice l’autista, si prosciuga completamente tutta durante il periodo secco! La chiesa, l’asilo ed in mezzo una fontana alimentata da un pozzo con ruota eolica, che si vede in lontananza. Ci sono parecchie taniche in fila in attesa dell’acqua che è della missione. Durante la stagione secca, i fruitori sono molti di più. Ogni tanica di 20 litri d’acqua costa 3 centesimi di euro: il ricavato va per la manutenzione dell’impianto.
Il secondo paese dove vado a celebrare si chiama Chisinjisa a sette km da Sasilo, sulla stessa strada: comunità molto più piccola, meno vivace e sembra anche più povera. La chiesa in decadenza, panche che stanno assieme in qualche modo e nessun canto. In realtà come queste, valgono poco le prediche “teologiche”: bisogna senz’altro calare il vangelo ad una realtà molto semplice e comprensibile.
Finita la messa, salgono sul Toyota pickup alcuni studenti delle secondarie che domani tornano a scuola: alcuni studiano nella scuola superiore di Heka che conta circa 300 studenti, mentre altri andranno in altre scuole della zone. Il passaggio dato loro è una manna: non so se ci sono mezzi che fanno servizio tra Chisinjisa ed Heka.
I 26° di questa mattina, quando torno in missione alle 13 circa sono diventati 31°, e per fortuna che c’è poco sole!
17 gennaio 2012, martedì
A metà mattina mi cerca Devota, la cuoca, per dirmi che avrebbe un po’ di tempo a disposizione per iniziare a zappare il nuovo orto. Meraviglia!! Anche lei ci tiene ad avere verdura fresca in cucina.
Nel pomeriggio, alle 16, la temperatura sfiora i 31°. Faccio due passi nel paese alla ricerca di un ombrello ed altre cosette.
Passo vicino ad una casetta con alcune piante di Moringa oleifera i cui semi, contenuti in enormi bacelli possono dare un buon olio da cucina, e le cui ultime foglioline teneri sono una qualità molto buona di verdura cotta. Inoltre è una pianta con molte proprietà terapeutiche. E qui in paese ne ho viste qualche centinaio, ma sembra non siano sfruttate ed utilizzate per nulla. Infatti anche il padrone di questa casa spiega che ha sentito parlare delle sue proprietà e dei suoi possibili usi, però in concreto non ha mai fatto nulla. Gli suggerisco di raccogliere i bacelli maturi e di metterli da parte. In un prossimo futuro ho infatti intenzione di ricavarne olio.
Torno appena in tempo con un ombrello cinese nuovo, ed ecco che un temporalone con lampi e tuoni si scatena per più di mezzora, regalandoci acqua a volontà.
18 gennaio 2012, mercoledì
Ore 6 del mattino: grande pioggia che mi sveglia e che dura circa mezz’ora.
Ore 12.20, il termometro segna solo 26° ed è ancora nuvoloso. Se continua così, al luce del pannello solare oggi durerà fino a che ora?
Dopo cena telefono a Mario Galvagni, cognato del sottoscritto e presidente di KUSAIDIA onlus che è già arrivato a Iringa e che, mi dice, facilmente per il fine settimana può essere ad Heka. Karibu sana.
19 gennaio 2012, giovedì
Alle 15 ci dovrebbe essere, nel nostro salone, un incontro di alcuni membri delle denominazioni cristiane presenti qui ad Heka. Da quello che spiegano i miei confratelli è il primo incontro di questo tipo. L’idea è buona e può essere costruttiva se c’è buona volontà da parte di tutti e non secondi fini. Poteva essere una una buona occasione, ma è andata persa: si è fatto vivo solo un rappresentante. Ci sarà un’altra volta?
Verso le 17: prima operazione di semina di pomodori, melanzane e lattuga. Appena in tempo a finire e via velocemente: la pioggia arriva anche questa sera a farci buona compagnia.
21 gennaio 2012, sabato
Al mattino visito il dispensario della missione, costruito con gli aiuti di una famiglia italiana, e dedicato alla memoria di una signora prematuramente scomparsa.
Da quanto mi dice la suora incaricata, Sr. Salvetta, diplomata in ostetricia, l’ospedalino è in continuo deficit, però viene aiutato dal gruppo che ha contribuito alla sua costruzione.
Il personale è composto da otto infermiere o paramedici e da due guardiani notturni.
I parti sono circa 150 all’anno.
Ogni mese vengono visitati circa 1.000 bambini e circa 50 nuove mamme in gravidanza, secondo il programma governativo.
Tre volte al mese, la suora con alcune infermiere si reca in altrettanti paesi della zona dove viene fatta la “clinic” – visite di controllo – alle mamme in dolce attesa, ai bambini fino ai 5 anni.
Per la luce, nel dispensario vi è anche un sistema di pannelli solari, che però funziona molto male, mi dice la suora.
Per quanto riguarda l’acqua: anche qui problemi perché non sempre arriva dal pozzo della missione, ed allora viene utilizzata quella piovana depositata in due grandi cisterne.
In serata da Iringa arriva Mario Galvagni con Vito, da Iringa dove sono stati alcuni giorni per mettere a punto alcuni programmi in relazione alla costruzione dell’università.
Assieme agli ospiti arriva anche la nuova pompa ad immersione – finalmente! E così lunedì potremo metterla in funzione.
22 gennaio 2012, domenica
Ore 9.00, messa a Chikombo, sulla strada principale, a circa 7 km da Heka. Pochi bambini e pochi adulti: in tutto non attivano a 25.
La chiesa viene usata anche da asilo, da come vedo dalla disposizione dei banchi: metà sono panche e guardano l’altare, metà sono banchi dqa scuola rivolti verso la porta, e sul muro una lavagna.
23 gennaio 2012, lunedì
Al mattino gli operai mettono in funzione – finalmente! – la nuova pompa per l’acqua.
Verso le 10 con assieme a Mario ci avviamo verso Dodoma, la capitale politica del Paese, a 170 km da qui, per una visita veloce alla città in modo da rendermela familiare. Per l’ora di cena siamo di ritorno ad Heka. E’ una città non tanto pulita, polverosa, calda, senza un piano preciso, confusionaria. Almeno così mi è apparsa.
24 gennaio 2012, martedì
Si intravvedono le prime piantine dei pomodori, melanzane, cicoria rossa di Treviso e arachidi, il tutto seminato il 19 ed il 20!
27 gennaio 2012, venerdì
Nei tre ultimi giorni Mario, aiutato da Vito, era impegnato nel far la planimetria della missione, su cui programmare eventuali azioni future.
Anche se il lavoro non è ancora finito, oggi si fa un break e con Mario arriviamo fino a Singida, la nostra diocesi e capoluogo di regione, 160 km circa a nord ovest di Heka. Strada asfaltata, poco frequentata, tagliata in mezzo alla steppa e quindi anche senza tante curve. Tutto è piatto, pochi i villaggi, orizzonti immensi.
Non lontano dalla città il panorama cambia: enormi massi erratici di granito si alzano dal terreno fino a formare delle collinette con i massi nelle pose più svariate. Peccato che non sia utilizzata e pubblicizzata per il turismo: senz’altro attirerebbe molte persone.
La città non sembra tanto estesa, ma senz’altro più ordinata di Dodoma, con possibilità di ulteriore sviluppo ora che da poco hanno asfaltato la strada che porta ad Arusha e quindi ai parchi nazionali ed anche quella che porta a Mwanza, sul lago Vittoria. Rimango positivamente impressionato nel vedere molte insegne di alberghi. Si trova sulle rive di un laghetto, per niente male.
Al ritorno ci fermiamo a Mkiwa, da Sr. Rita, delle Orsoline Polacche, in Tanzania da una ventina d’anni: noviziato e casa formazione, dispensario, ostello in costruzione per ragazze delle superiori, scuola di cucito… Dal nulla, come ci spiega la suora, e derise dalla gente del posto, ora è diventata un’isola verde, con piante, verdura, frutti, venticello fresco in continuazione. Sr. Rita si rende disponibile a darmi una mano, preparandomi piantine di piante da frutto. Grazie!
28 gennaio 2012, sabato
Alle ore 9.00: incontro mensile di tutte le maestre d’asilo della parrocchia. All’incontro in parrocchia partecipano più di 20 maestre. Sono signorine, ragazze e signore alcune anziane, che vengono scelte dal comune dove vivono per stare dietro all’asilo del posto. Realtà importante da non cancellare di certo, ma da incrementare e far funzionare al meglio, con preparazione adeguate delle maestre, se vogliamo che i bambini arrivino ad avere un’educazione scolastica come si deve già dai primi anni.
29 gennaio 2012, domenica
Alle 10 del mattino vi è la messa di commiato al parroco P. Diaz ed un breve saluto di benvenuto al nuovo parroco, il sottoscritto. Vengono da tutti i paesi della parrocchia, ma la chiesa non si riempie. Alla fine della messa, ancora in chiesa, viene offerta anche a me la possibilità di salutare i cristiani: man mano che vivremo assieme avremo la possibilità di conoscerci, di vivere tante realtà e di fare tante cose insieme, sia riguardo alla nostra maturazione umana e cristiana, sia pure riguardo alla nostra promozione umana.
Dopo messa la festa per p. Diaz continua all’esterno della chiesa, al caldo delle 13, con canti e danze, specialmente da parte dei bambini e ragazzotti venuti dai vari paesi, molti dei quali mi sembra siano gli “asiloti” o giù di lì.
Verso le 14.30, a festa non ancora finita, parto con Mario e Vito alla volta di Dar, da dove martedì prossimo prenderanno il volo per l’Italia. Ci fermiamo a dormire a Dodoma.
nuovo parroco, il sottoscritto. Vengono da tutti i paesi della parrocchia, ma la chiesa non si riempie. Alla fine della messa, ancora in chiesa, viene offerta anche a me la possibilità di salutare i cristiani: man mano che vivremo assieme avremo la possibilità di conoscerci, di vivere tante realtà e di fare tante cose insieme, sia riguardo alla nostra maturazione umana e cristiana, sia pure riguardo alla nostra promozione umana.
Dopo messa la festa per p. Diaz continua all’esterno della chiesa, al caldo delle 13, con canti e danze, specialmente da parte dei bambini e ragazzotti venuti dai vari paesi, molti dei quali mi sembra siano gli “asiloti” o giù di lì.
Verso le 14.30, a festa non ancora finita, parto con Mario e Vito alla volta di Dar, da dove martedì prossimo prenderanno il volo per l’Italia. Ci fermiamo a dormire a Dodoma.
Ultimo aggiornamento (Giovedì 22 Marzo 2012 21:44)